GIORGIO DE RIENZO
E' nato e vive a Torino, dove ha insegnato Letteratura italiana moderna
e contemporanea all’Università. Collabora al
"Corriere
della sera". Studioso dell’Otto e Novecento ha pubblicato
numerosi saggi. Fra i più recenti ricordiamo: Breve
storia della letteratura italiana, Guida alla
scrittura, Guida alla lettura, tutti
editi da Bompiani. Con L’indagine
(Marsilio, 2044) è al suo secondo romanzo poliziesco, dopo Caccia
al ladro in casa Savoia (Mondadori, 1991). Nel 2001 ha
pubblicato con Marsilio Il dolore di amare.
L’indagine
- Marsilio
Nei primi anni settanta, nell’Italia dei misteri irrisolti,
avvolta in un clima politico instabile e torbido, la caccia a un serial
killer rimasto impunito per anni si intreccia a un’inchiesta
sui
Servizi deviati. L’ex questore Montaldo viene misteriosamente
coinvolto nelle indagini su una serie di strani delitti di belle donne
in parchi di castelli sparsi nel Piemonte: sembra che
l’assassino
si metta a giocare con lui, facendogli avere dossier segreti contenenti
incartamenti assolutamente riservati, quasi a sfidarlo in una partita
densa di colpi di scena e di sorprese. Nel gioco entrano presto vecchi
compagni di gioventù, tutti colleghi dei tempi in cui
Montaldo
aveva militato nei Servizi segreti, dove qualcuno a lui molto vicino,
abile doppiogiochista, tramava a sua insaputa il sovvertimento
dell’ordine costituito. La sfida si complica. È
sempre
più evidente che il complotto non ha mai cessato di esistere
e
che qualcuno gli sta tendendo una trappola per costringerlo a
partecipare a una sorta di colpo di Stato. Per scovare il serial killer
tra le atmosfere inquiete della provincia piemontese e smascherare una
cospirazione dai risvolti imprevedibili, l’ex questore, che
può contare sull’aiuto prezioso della figlia
avvocato,
deve fingere di assecondare il gioco. Con il rischio di rimanerne
intrappolato.
L’incipit.
Il questore Giovanni Montaldo se ne restò a
contemplare
il mare inargentato dalla luna davanti a lui. Accoccolato sulla sdraio
ascoltava lo sciabordio dell’onda sulla battigia della
spiaggia
versiliana. Osservava il tremolio della marina, odorava il profumo
forte di salmastro e pregustava l’incontro con i pochi e
antichi
amici, che aveva convocato il giorno dopo per festeggiare il proprio
addio alla Polizia.
Aveva voluto che la festa avvenisse lì, sulla terrazza del
vecchio stabilimento balneare del Lido di Camaiore, in cui aveva
vissuto estati sempre serene. A Roma, nel chiasso di una
città
che non amava, dove aveva raccolto troppe delusioni nella sua carriera
interrotta da un nuovo potere che usava guanti per non mostrare
artigli, sarebbe stato costretto da ipocrite convenzioni a circondarsi
di una folla soffocante.
Ha partecipato all'Edizione 2004
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