La passione per il delitto
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STEFANO FERRIO
E' nato a Vicenza nel 1956. Nel 1999 ha pubblicato con Antonio Stefani Calcio a due e ha vinto il Premio Gialloestate con il racconto Il naso (gialli Mondadori), dove debutta il personaggio di Claudia Palumbo che si ritrova in Il profumo del diavolo (Marsilio, 2004). Attualmente collabora con "Il Gazzettino", "l’Unità" e "Diario". Insegna semiologia del cinema e degli audiovisivi all’Università di Padova.

Il profumo del diavolo - Marsilio
Claudia Palumbo, affascinante, inquieta e solitaria, vive isolata in una villetta della Brianza, dove esercita la sua professione di naso. È una delle poche persone al mondo in grado di riconoscere uomini, donne e cose dall’odore, o dal profumo, che emanano. È diventata così un’occasionale, quanto preziosa consulente della polizia. Quando ai genitori di Veronica Vaccari, una bambina sparita nel nulla in un immenso centro commerciale vicino a Vicenza, viene recapitata una busta che contiene alcuni capelli della figlia, il commissario Francesco Ambrosetti, a cui è stato affidato il caso, decide di rivolgersi a Claudia per farle annusare quel povero "corpo del reato" arrivato via posta. Prende così il via, tra il Nordest e alcune metropoli europee, un’indagine che si tramuta ben presto in un’esperienza sconvolgente, una drammatica odissea che conduce Claudia a esplorare un mondo di occulte perversioni, popolato da sette, malvagi collezionisti d’arte, agghiaccianti macchine di tortura, disperate creature notturne. Un universo di crudeltà e follia che ruota attorno a un demone dalla doppia identità e dalla doppia vita, un artista le cui "opere" conquistano vertiginose quotazioni. Inseguendo le esili ma inconfondibili stille del profumo del diavolo, Claudia e il commissario Ambrosetti giocano una partita dove, prima ancora delle vite, sono in gioco le anime dei protagonisti.

L’incipit.
“Oh, Dio... I capelli di Veronica....”
Prima di perdere i sensi, Alessandra Stella riuscì a chiamare sul cellulare suo marito Alfredo.
Le dieci di un venerdì mattina. Ingorgato di traffico e smog come solo nell’operoso Nordest d’Italia.
Alfredo Vaccari interruppe di colpo la trattativa con una catena di negozi bavaresi, per la fornitura di cento gazebo della linea Millenium, e divorò sulla sua Thesis metallizzata i cinque chilometri di pioggerellina che lo portavano dalla zona industriale di Vicenza a casa, un basso e candido villino nel quartiere residenziale dei Laghi

Ha partecipato all'Edizione 2004