ANDREA COTTI
E' nato a San Giovanni in Persiceto (Bologna). Dopo aver gestito per
anni una libreria specializzata nella poesia e nella narrativa
italiana, ha pubblicato il romanzo Tre (Bollati
Boringhieri, 1996), la raccolta di racconti Lo stesso
discorso di sempre (Addictions, 1999) e numerosi romanzi per
ragazzi. Scrive sceneggiature per cinema e televisione, e tiene corsi
di scrittura e sceneggiatura. Un gioco da ragazze
(Mondadori , 2005) è il suo primo noir.
Il fantasma
– Fabbri
Cisco, Ciccia e Tondo. Praticamente una banda. Abitano vicino a
Bologna, hanno 13 anni. È estate, l’inizio delle
vacanze. In un frutteto sbuca una faccia scura con due occhi bianchi:
un fantasma. Che sparisce nel cunicolo di una fogna. Dopo la prima
ondata di panico, i tre decidono di indagare. E scoprono che il
fantasma è una fantasma, una ragazzina rumena che si
nasconde insieme ad altri bambini per sfuggire al racket dello
sfruttamento dei mendicanti. Bisogna aiutarli, certo. Ma come?
L’ombra di un uomo spietato lo terrorizza, hanno paura di
finire di nuovo nelle sue grinfie, e quello è uno che non
scherza… quasi un poliziesco, con tanto di brividi,
inseguimenti, colpi di scena e una pennellata d’amore
adolescenziale. Età: da 12 anni.
L’incipit
La prima volta che l’abbiamo visto eravamo io,
Cisco e Ciccia. Erano le vacanze d’estate, gli ultimi giorni
di giugno, era pomeriggio, eravamo in bicicletta lungo
l’argine del canale, fuori dal paese, verso i campi. A un
certo punto Cisco ha visto un frutteto, un frutteto di mele, e gli
è venuta questa idea geniale.
“Andiamo a rubare le mele?” ha detto.
“Dai, grande” ha detto Ciccia, come se fosse
un’avventura fantastica.
“Ma perché?” ho detto io, convinto per
niente.
“Così” ha detto Cisco.
Ah be’, allora...
Un gioco da ragazze
– Mondadori
Tre corpi massacrati a coltellate. Una famiglia quasi azzerata. Giorgio
Flores, sua moglie Serena e Lucia, la figlia maggiore, giacciono sul
pavimento morti. Unica testimone Elena Flores, sedici anni,
visibilmente sotto choc. Nell'elegante villetta di
una placida cittadina della provincia italiana più
benestante, è questa la scena del delitto che si presenta
agli inquirenti. Tutti gli indizi portano a Stefano Grandi, il vicino
di casa, un professionista affermato, il migliore amico di Giorgio e
Serena Flores, sorpreso da un anticipato rientro a casa della famiglia
mentre sta violentando Elena. Forse troppa chiarezza, secondo
l'ispettore Giulia Vita, abituata ad andare sempre a fondo nelle cose e
a convivere con il suo male, la terribile cefalea a grappolo. E insieme
alla caccia a Stefano Grandi si mettono in moto le indagini della
polizia: interrogatori, perquisizioni, rilevamenti, riscontri, analisi
che, passo dopo passo, scoperchiano una realtà allucinante
in cui sotto il perbenismo di facciata si nascondono droga e
perversioni sessuali, corruzioni e tradimenti, noia, egoismo e
soprattutto un vuoto infinito.
L’incipit
Notte tra sabato 20 e domenica 21 marzo 2004
Elena Floris è nuda, stesa sul lettino con le gambe
divaricate e infilate nelle staffe. Davanti a sé ha la
faccia larga e rotonda del dottore. Le sembra vecchio, avrà
più di cinquant’anni, forse sessanta, è
calmo e gentile.
“Preferisce essere visitata da una mia collega?”
chiede il dottore.
Elena Flores scuote la testa. Non le importa che sia lui o una donna a
toccarla.
“Allora...” dice il dottore, e abbassa la testa tra
le sua cosce.
Fuori dalla porta dell’ambulatorio ci sono due poliziotti, i
due che sono arrivati a casa sua, in paese, hanno chiamato
un’ambulanza e l’hanno fatta portare qui, a Bologna.
Ha partecipato all'Edizione 2004 e 2005
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