FRANZ KRAUSPENHAAR
E' nato a Milano ed è al suo terzo romanzo. Dopo
l’esordio con Avanzi di balera, ha
pubblicato nel 2003 il romanzo breve-monologo Le cose come
stanno (Baldini Castoldi Dalai). E’ consulente
editoriale e traduttore. Cattivo sangue (Baldini
Castoldi Dalai, 2005) è il suo esordio nel noir.
Cattivo sangue
– Baldini Castoldi Dalai
Un Export Manager Europe, un'azienda cartotecnica vicino Milano. A
quarant'anni Bruno Bruide, il protagonista io narrante di questo noir
adrenalinico ed europeo, decide di cambiare vita. O forse sono
solamente le circostanze che impongono questa scelta. Veste i panni
(per lui improbabili) del killer al soldo di una misteriosa
organizzazione
criminale, approfitta dei suoi viaggi di lavoro in Francia per eseguire
le sue missioni e riesce a non destare sospetti nonostante una
metamorfosi tanto radicale. Apparentemente. Un uomo molto qualunque che
si trasforma in killer spietato, paradosso che comanda lo svolgersi
serrato di una vicenda violenta e allo stesso tempo profondamente
umana. In questo vitale ma anche mortale paradosso, Bruide
stringerà una sorta di alleanza con il padre di una delle
sue
vittime in cerca di un riscatto morale, destinato a fallire. Due anni
dopo, evaso dal carcere della Santé, Bruide
ricomincerà a
farsi trascinare e spingere da una forza che va oltre la sua
volontà e che forse è proprio il destino, e
fuggirà per mezza Europa braccato da poliziotti senza
scrupoli.
In un continuo alternarsi di situazioni dure ed estreme, Cattivo sangue
è un romanzo di sapore cinematografico ma è anche
la
cronaca stramba di una lotta all'ultimo sangue contro se stessi e le
proprie debolezze e contro un passato incancellabile. Un ritmo
incalzante, uno stile asciutto e allo stesso tempo raffinato, pieno di
sorprese e accelerazioni, nonché il disincanto,
l'osservazione
spietata e l'umorismo nero e paradossale fanno di Cattivo sangue un
noir senza confini, geografici e letterari, un appassionante viaggio
attraverso l’animo umano, il crimine, il disperato tentativo
di
redenzione di un'anima persa.
L’incipit
Il vento dell’Atlantico che passeggia su tutta
la mia
persona, un vento che mi avvolge, che mi travolge, nuvole basse che,
assieme al vento, compongono questa cartolina con me sullo sfondo;
mattino prestissimo, il residence, le prime luci che si accendono, io
scendo dall’auto, è la stagione morta, nessuno
all’orizzonte; il vecchio lo attendo sul viottolo al
residence
tra la fittissima sabbia, gira con il suo cane, lo porta a pisciare, io
sono calmo, rilassato come un turista, freddo come un cadavere, il
fischio di un treno lontano è attutito dal muoversi rumoroso
del
mare; il treno si allontana e io avanzo ancora, il vecchio lascia
andare il suo cane, mi vede, mi saluta con un cenno del capo, i suoi
occhi chiari mi puntano, io tiro fuori dalla tasca destra la pistola e
miro al core, da pochi metri.
Ha partecipato all'Edizione 2005
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