ISABELLA MERZAGORA
BETSOS
Direttore del Corso di Perfezionamento in Criminologia e Psicopatologia
Forense e della Scuola di Specializzazione in Criminologia Clinica,
è docente di Criminologia presso la Facoltà di
Medicina
dell’Università degli Studi di Milano e di
Criminologia e
Psicopatologia Forense presso le Scuole di Specializzazione di
Criminologia Clinica, Medicina Legale, Psichiatria, Psicologia Clinica,
Neuropsichiatria Infantile e Neurologia della stessa
Università.
E’ autore di un centinaio di pubblicazioni in ambito
criminologico. Per Franco Angeli è uscito Cocaina:
la sostanza, i consumatori, gli effetti. Suoi saggi sono
inoltre: L’omicidio e la sua investigazione
(Giuffré), I demoni del focolare. Madri e mogli che
uccidono (Centro Scientifico), Lezioni di
criminologia. Some, psiche, polis (Cedam), Vittime
di omicidio. Fattori di predisposizione alla vittimizzazione,
caratteristiche delle vittime, scenari da omicidio a Milano
(Giuffré), Psichiatria e giustizia (Raffaello
Cortina). Con Lorenza Pleuteri nel 2005 ha pubblicato Odia il
prossimo tuo come te stesso. L’omicidio-suicidio a Milano e
provincia (Franco Angeli).
Odia il prossimo tuo
come te stesso. L’omicidio-suicidio a Milano e provincia
– Franco Angeli
Madri che ammazzano i figli, coniugi che passano dall’amore
all’esplosione dell’odio, padri che si comportano
come
killer. Li chiamano “omicidi in famiglia”, ma sono
qualcosa
di più, raccontano come stanno cambiando, forse
irrimediabilmente, i rapporti umani. A cominciare dal posto dove siamo
più sicuri, casa nostra. A farci da guida in questo viaggio
nelle tenebre dell’anima sono una criminologa e una
giornalista.
E le loro analisi, i loro resoconti, le loro valutazioni hanno due
caratteristiche speciali: la grande precisione e
un’incredibile
facilità di lettura. Le autrici hanno avuto a disposizione
un
vasto campione e cioè ben 51 casi di omicidio-suicidio, con
57
vittime. Tutti concentrati in una sola provincia, quella di Milano. E
dunque nella città-simbolo dell’Italia
più
avanzata, più colta, più ricca e forse anche
più
nevrotica. Ma quello che succede nel capoluogo lombardo prima o poi
accade nel resto del Paese, sia nel bene che nel male, ed è
la
storia che lo insegna. Alcuni casi riportati sono clamorosamente finiti
sui giornali e in televisione, altri si sono consumati
nell’ombra. E in questa miscela di violenza e compagnia, di
affetto e disprezzo, di possesso e onore, sembrano due le frasi
ricorrenti di chi è preda di un amore sbagliato:
“Mi
voglio uccidere e ti porto con me”, oppure “Ti devo
uccidere ma vengo con te”. Frasi semplici, banali: eppure
mortali.
Ha partecipato all'Edizione 2005
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