LUIGI GARLANDO
E' giornalista alla Gazzetta dello Sport. Da
qualche anno scrive con successo libri per ragazzi, e non solo: per
Sonzogno ha pubblicato Il re ingrato, biografia di
Ronaldo, e Cielo manca, per Fabbri è
uscito Per questo mi chiamo Giovanni.
Per questo mi chiamo
Giovanni – Fabbri
Giovanni è un bambino di Palermo. Per il suo decimo
compleanno,
il papà gli regala una giornata speciale: una gita
attraverso la
città, per spiegargli come mai, di tutti i nomi possibili,
per
lui è stato scelto proprio Giovanni. Tappa dopo tappa, nel
racconto prendono vita i momenti chiave della storia di Giovanni
Falcone, il suo impegno, le vittorie e le sconfitte, le rinunce,
l'epilogo. Giovanni scopre che il papà non parla di cose
astratte: la mafia c'è anche a scuola, è nel
ragazzino
prepotente che tormenta gli altri, è nel silenzio di
complicità che ne avvolge le malefatte. La mafia
è una
nemica da combattere subito, senza aspettare di diventare grandi, anche
se ti chiede di fare delle scelte e subirne le conseguenze.
Età
di lettura: da 8 anni. Giovanni è un bambino di Palermo. Per
il
suo decimo compleanno, il papà gli regala una giornata
speciale:
una gita attraverso la città, per spiegargli come mai, di
tutti
i nomi possibili, per lui è stato scelto proprio Giovanni.
Tappa
dopo tappa, nel racconto prendono vita i momenti chiave della storia di
Giovanni Falcone, il suo impegno, le vittorie e le sconfitte, le
rinunce, l'epilogo. Giovanni scopre che il papà non parla di
cose astratte: la mafia c'è anche a scuola, è nel
ragazzino prepotente che tormenta gli altri, è nel silenzio
di
complicità che ne avvolge le malefatte. La mafia
è una
nemica da combattere subito, senza aspettare di diventare grandi, anche
se ti chiede di fare delle scelte e subirne le conseguenze.
Età
di lettura dagli 8 anni.
L’incipit
Papà entrò in camera mia dopo
cena. Seduto alla
scrivania, stavo ripassando al lezione di storia. Eravamo arrivati a
Garibaldi che libera tutta la mia Sicilia, poi a un certo punto riceve
una lettera e risponde: “Obbedisco”. Solo quello:
“Obbedisco”. Era un punto che non mi risultava
chiarissimo:
perché doveva fermarsi e tornare indietro, visto che
continuava
a vincere battaglie su battaglie? Probabilmente, quando la maestra
l’aveva spiegato in classe, mi ero distratto.
Ha partecipato all'Edizione 2004
|