STEFANO MASSARON
Scrittore e traduttore, è nato a Milano. Tra i suoi libri,
il romanzo Residui (Addictions 1998) e il romanzo
per ragazzi Doppioclic (Disney 2000). Un racconto
è uscito nell'antologia Gioventú
cannibale, Einaudi Stile libero 1996. Ha tradotto tra gli
altri Joe R. Lansdale, Jeffery Deaver e Jonathan Coe. Nel 2005
è uscito Ruggine (Einaudi).
Ruggine –
Einaudi
Un deposito enorme di rottami alla periferia di Milano, pieno di
cunicoli casuali e di angoli segreti. Sembra una creatura
viva per i bambini degli Alveari. È il loro rifugio magico.
Non
sanno che proprio lì li aspetta la prova più
spaventosa
della loro vita. Nel 2003, Sandro e Cinzia hanno quasi quarant'anni, e
una vita normale. Ma il passato è in agguato, dietro il
cartellone che annuncia un nuovo cantiere. Un pezzo di quel passato -
il luogo dove giocavano da bambini - sta per scomparire. I ricordi non
possono più essere arginati e riemerge infine ciò
che
avrebbe dovuto restare sepolto, perché troppo spaventoso.
Nell'estate del 1977, in una periferia chiusa nei cortili
claustrofobici dei palazzoni popolari, un gruppo di bambini si trova a
fronteggiare una minaccia la cui enormità solo loro sono in
grado di capire davvero. Il caldo opprimente e l'odore penetrante della
ruggine e delle discariche di periferia fanno da sfondo a una storia
che riesce a resuscitare le emozioni e i sogni dell'infanzia, e a
delineare tutta la violenza del trapasso all'età adulta.
L’incipit
Quando la donna apre la porta, la prima cosa di cui si
accorge
è l’odore di cavolo bollito che esce a incontrarlo
sul
pianerottolo. Assieme a quello gli arriva anche l’asprezza
dei
vecchi sudori trattenuti dalla tappezzeria scollata. Il corridoi
è angusto e senza finestre. La donna è
scarmigliata, le
guance imporporate dal calore ei fornelli e i capelli appiccicati sulla
fronte dal vapore della minestra. La patina di sudore, su cui si
riflette la luce della lampadina nuda, le infonde un colorito malsano
che sembra incastonarsi perfettamente sul pallore tipico di chi non
è abituato a uscire di casa se non per le incombenze
quotidiane.
Si scosta un attimo con deferenza per permettergli di entrare, e la
vestaglia informe rivela per un istante il solco che le divide i seni,
generosi ma ormai sconfitti senza rimedio dal loro stesso peso.
Ha partecipato all'Edizione 2005
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