VALERIA GANDUS
Nata a Milano, lavora da vent’anni come inviato a Panorama,
dove
si occupa di attualità politica e temi sociali. Con Pier Mario Fasanotti ha
firmato Mambo italiano, che racconta i delitti dal
dopoguerra alla fine degli anni Cinquanta (Marco Tropea, 2000) e Kriminal
Tango. Delitti celebri nell’Italia del
boom. 1960-1970 (Marco Tropea, 2002) e Bang Bang.
Gli altri delitti degli anni di piombo 1970-1980
(Marco Tropea, 2004).
Bang Bang
– Marco Tropea
Illegalità di massa e femminismo, terrorismo brigatista e
stragi
nere, il compromesso storico e gli indiani metropolitani, i centri
sociali e i festival di Re Nudo: gli anni settanta sono segnati come
pochi altri dalla politica.
Anche una pettinatura, un capo d’abbigliamento diventano
segnali
di appartenenza, scelte di campo evidenti e consapevoli. Persino i
delitti più privati, o le imprese della più
tradizionale
criminalità comune, finiscono col tingersi di una delle
tante
sfumature che compongono l’arcobaleno ideologico di quegli
anni.
Luciano Luberti, che si guadagna il suo quarto d’ora di
macabra
celebrità dopo aver vegliato per tre mesi il cadavere
dell’amante coprendolo di fiori e profumi, era in
realtà
già conosciuto come “il boia di
Albenga”,
torturatore di partigiani per conto dei tedeschi ai tempi della
Repubblica di Salò. Riuscirà a rimanere a lungo
latitante
grazie alla complicità di vecchi e nuovi camerati.
Complicità simili scatteranno per facilitare la fuga di
alcuni
dei protagonisti del delitto del Circeo, neofascisti della Roma bene
che si abbandonano a una notte di violenza e morte martoriando due
ragazze delle borgate, ai loro occhi “esseri
inferiori”,
mentre un identico cocktail di superomismo e disprezzo per le donne
anima i due sanbabilini milanesi che un giorno del 1976 uccidono
all’Idroscalo la loro amica Olga Julia Calzoni. Anche un
bandito
all’antica come Vallanzasca finisce per costeggiare i
territori
infidi della destra estrema, ma come compagno di evasione si sceglie il
brigatista Corrado Alunni. Massimo Carlotto, accusato
dell’omicidio di una ragazza, è di Lotta continua,
mentre
Peppino Impastato, martire della lotta alla mafia, milita a sua volta
nella nuova sinistra. Il dibattito sulle implicazioni politiche
dell’omicidio di Pasolini arriva fino ai nostri giorni e
persino
per una tragedia familiare come la strage dei Graneris si
parlerà di una “pista nera” a causa
delle simpatie
neonaziste del fidanzato di Doretta, l’assassina. I casi
celebri
raccolti e narrati da Pier Mario Fasanotti e Valeria Gandus sono lo
specchio di una società tanto dinamica quanto spaventata da
se
stessa, lacerata da una modernizzazione forzata e traumatica, da
contraddizioni aspre ed evidenti. Come dimostra il numero
impressionante di delitti che vedono vittime donne incolpevoli negli
anni del femminismo più combattivo, ancora una volta la
cronaca
nera si conferma termometro del paese, storia d’Italia
“parallela” e rivelatrice.
Ha partecipato all'Edizione 2004
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